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Disturbi specifici dell'apprendimento: riflessioni su un argomento complesso - Specific learning disabilities: reflections on a complex subject

Spesso si sente che i clinici si chiedono se esistono o  non esistono questi disturbi così specifici di una funzione così particolare. Certamente esistono e vanno riconosciuti e curati adeguatamente.
L'errore più grande che viene commesso da clinici e non-clinici al riguardo è legato ad una sorta di confusione di linguaggi tra il linguaggio della psiche e il linguaggio della neuropsicologia e della neurologia in generale. 
Vari sono i motivi che giustificano questa confusione. Un disagio emotivo determina difficoltà prevalentemente riguardanti la fase di sviluppo che il bambino "a disagio" sta affrontando in quel particolare  momento. Un bambino che sta imparando a parlare se è in difficoltà emotiva parlerà più tardi o parlarà male, così come un bambino che sta acquisendo il controllo sfinterico potrà avre difficoltà a quel livello se proprio in quel momento gli accadono intorno cose complesse emotivamente come la nascita di un fratellino. Un bambino che fatica ad afforntare la separazione dai genitori e che va a scuola avrà difficoltà di apprendimento, come un bambno che per altri motivi proprio mentre ci si aspetta che impari a leggere  attraversa un periodo emotuvamente difficile. Del resto un funzione non ancora formata ma in formazione è il punto più fragile di una persona, una funzione già acquisita diviene parte integrante non solo della nostra psiche ma anche del nostro sistema nervoso pertanto sarà meno facilmente il sintomo bersaglio primario o unico di un disturbo emotivo.
Vediamo dunque come e perchè il disturbo dell'apprendimento visto come disturbo specifico da specifica alterazione neurfunzionale sia qualcosa di difficile da comprendere e da affrontare poiché si esprime con modalità simili a come si esprime una difficoltà emotiva in un bambino della stessa età.
Vi sono persone che semrbano equilibrate, sembrano stare bene, sono adattate alla società e non si lamentano mai, appaiono a tutti come sane, e dentro di sé hanno una difficoltà ed una sofferenza talvolta così profonde da portare all'improvviso ad un gravissimo crollo o al suicidio con la sorpresa di tutti: questo per dire che non tutte le soffereneze emotive sono così evidenti e produttrici di sintomi. Talvolta il sintomo è qualcosa anzi di prezioso che consente a tutti di accorgersi che c'è qualcuno in difficoltà così da potersene prendere cura. Così il sintomo disturbo dell'apprendimento può essere un sintomo prezioso per consentire a genitori di accorgersi che c'è da occuparsi di quel bambino: se quel sintomo è di natura psicologica e viene trattato come disabilità si rischia di aggiungere danno alla beffa, quel bambino non verrà aiutato ma appesantito da una diagnosi di disabilità, addirittura potrà apparire più sereno poiché privato delle frustrazioni necessarie della vita che però gli sarebbero state preziose per la sua crescita emotiva. 
Altro parametro da tenere in considerazione adeguatamente è che le frustrazioni sono indispensabili per crescere e se priviamo eccessivamente un bambino di minime frustrazioni egli non crescerà e la sua mente non si svilupperà secondo le sue potenzialità.
Molti bambini con disturbo specifico dell'apprendimento divengono presto o tardi portatori di difficoltà emotive, indispensabile in questi casi non trattarli come inevitabilmente afflitti a causa della loro "malattia di base", diviene indispensabile a quel punto prenderli in considerazione globalmente come persone e non solo rasicurati e sostenuti nella loro disabilità. Non possiamo sapere fin dall'inizio che l'ansia del bambino sia legata ad una causa specifica, un bambino depresso con DSA deve essere curato così come ha diritto di essere curato qualsiasi bambino depresso da una persona esperta della cura dei disturbi emotivi dei bambini. Dire che ha un DSA e che dunque è comprensibile che sia depresso non ha senso come non avebbe senso dire così per nessun affetto da qualsiasi altra difficoltà o patologia: dispiaciuto sarebe compatibile con la realtà, così come temporaneamente triste, ma se presenta un disturbo ansioo o depressivo o qualsiasi altro disturbo dovrà essere preso in considerazione come bambino nella sua persona completa.
Vanno dunque tenuti presente due punti di vista differenti quello psicologico emotivo e quello neuropsicologico, parlano con linguaggi differenti anche se dal punto di vista funzionale determinano conseguenze che si intrecciano e si influenzano vicendevolmente. Nelle anoressiche vi è una funzione psichica alterata quella della precezione del sé corporeo, si vedono grasse anche da molto magre, ora se vogliamo curare la persona e resituirle la possibilità di vivere come tale non possiamo prendere in consierazione solo la sua alimentazione, mentre qualcuno si occupa di farla mangiare altri dovranno aiutarla a capire come  mai si è trovta in quella situazione e aiutarla a riprendere se possibile una vita cosapevole e "normale". Così è per i disturbi dell'apptendimento: la difficoltà specifica merita adeguata riabilitazione ed una impossibilità grave merita di essere resa nota agli insegnanti che non possono pretendere troppo oltre le capacità del bambino, ma se il bambino mostra agli occhi di un clinico esperto segni di sofferenza che non hanno carateristica di transitorietà, questo bambino si merita una cura sul piano psicologico.
Devo aggiungere che queste riflessioni sono influenzate anche da alcune condotte per me non basate su una vera onestà intelettuale, che rischiano di portare clinici ,inegnanti e genitori a ricondure sintomi psicologici di un bambino con dsa al dsa stesso e quindi così a non curarli come meriterebbero. A questo proposito è utile ricordare che personale non lungamente e specificamente addestrato e formato ha inevitabilmente le stesse resistenze ripetto alle difficoltà emotive di chiunque e forse spesso anche di più, così rischia di avere necessità di fuggire dalla sofferenza psichica e di doverla negare per il fatto che altrimenti queste persone dovrebbero trovarsi necessariamente a porsi difficili domande anche su di sé. 
Avere un disturbo psicologico o emotivo non è un dramma, è solo fortunato quel bambino che ha due genitori (o un medico) capaci di accorgersene e di occuparsene e sfortunato quel bambino che ha due genitori (o un medico) con la necessità di negare ogni difficoltà emotiva.  

I disturbi specifici dello sviluppo riguardano quelle alterazioni funzionali [alterazione funzionale è una alterazione di una funzione senza substrato organico giustificante il sintomo, dunque in ciò vi è una identicità con i disturbi psicologici - ndr] che coinvolgono il lingiaggio, la lettura, la scrittura, il calcolo, le tappe motorie, le abilità attentive, l'interazione sociale; essi possono manifestarsi isolatamente o più spesso in associazione tra loro (Tressoldi 2012). Fino a qui siamo costretti a dire che non vi è nulla di specifico ma che le stese cose valgono per i disturbi psicologici. Un bambino piccolo sofferente ha un ridardo nello sviluppo motorio e nel superare le tappe di sviluppo specifiche della sua età, solo da più grande potrà dire sono triste o sono ansioso, un bambino depresso spesso mangia poco, parla tardi, è impacciato dal punto vi vista neuromotorio. Esprime cioé solo i sintomi somatici della depressione non avendo la capacità cognitiva per comunicarli anche in altro modo, così esprime solo i sintomi da alterato funzionamento fisiologico che si notano anche nell'adulto depresso che ha alterazioni del sonno, dell'alimentazione, della concentrazione, un rallentamento del pensiero, difficoltà a ricordae e così via, solo che nell'adulto vi è anche la capacità di mentalizzare e dunque ci può anche dire sto male, mi sento triste o altro.

Per DSA, come per tutti i Disturbi dello Sviluppo, si intende un'alterazione di una particolare funzione, in relazione ad un "rischio" di disagio, alla manifestazione di specifichi sintomi di sofferenza psicologica, a problematiche di adattamento al contesto. (Hulme e Snowling, 2009). L'assenza o la sua solo parziale acquisizione deve determinare la presenza di segni e sintomi tali da definire il Disturbo, difficoltà di adattamento e nello svolgere funzioni proprie dell'età.
I dsa si caratterizzano per cambiamenti significativi nella manifestazione dei sintomi in relazione all'età, vale a dire che l'espressività del disturbo si modifica in relazione al livello di compromissione della funzione e all'età.
Inevitabilmente il livello delle capacità dei bambini dipenderà dalla situazione familiare e scolastica e non solo dalle loro caratteristiche individuali.
L'eziologia dei disturbi evolutivi specifici delle ablità scolastiche non è nota, ma si suppone che vi sia un intervento significativo di fattori biologici i quali interagiscono con fattori non biologici (come le opportunità di apprendimento e le qualità dell'insegnamento) (Tressoldi 2012), e dunque con le caratteristiche delle struttura di personalità del bambino e con le caratteristiche emotivo-affettive dell'ambiente in cui cresce e in cui è cresciuto. Per la diagnosi è dunque necessario somministrare test funzionali al bambino e parallelamente eseguire accurati colloqui clinici con la coppia genitoriale e con il bambino stesso.

Direttive diagnostiche
- Vi deve essere un grado clinicamente significtaivo di compromissione dell'abilità scolastica specifica che statisticamente ci si aspetterebbe in meno del 3% della popolazione dei bambini che frequentano la scuola (-2 deviazioni standard dalla media). Le difficoltà scolastiche sono spesso precedute da deviazioni nello sviluppo begli anni prescolastici (dist. nell'eloquio o nel linguaggio). Spesso viene utilizzato come segno di compromissione significativa la presenza di distraibilità, iperattività, disturbi emotivi o della condotta (qui effettivamente stabilire quale è la causa o la conseguenza tra il dist dell'apprendimento e i disturbi emotivi diviene realmente molto complesso). Le difficoltà scolastiche non regrediscono rapidamente con un aiuto a casa o a scuola (così come accade anche nei casi di gravi difficoltà emotive).
- La compromissione funzionale non deve essere attribuibile ad una compromissione intellettiva.
- La compromissione deve riguardare lo sviluppo, deve essere stata presente durante i primi anni di scolarizzazione e non acquisita più tardi nel corso del processo educativo.
- Non devono essere presenti fattori esterni capaci di fornire una sufficiente motivazione per le difficoltà scolastiche.
- Il disturbo non deve essere direttamente dovuto a difetti non corretti della vista o dell'udito.
- E' importante discriminare tra disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche che insorgono in assenza di condizioni neurologiche clinicamente diagnosticabili e quelli che sono secondari a qualche condizione neurologica come la paralisi cerebrale.

Disturbi dell'apprendimento

Con il termine disturbi dell'apprendimento sono indicate tutte quelle condizioni in cui il bambino non apprende in misura adeguata alla sua età.
In questa accezzione, i disturbi di apprendimento costituiscono generalemnte un sintomo di molte condizioni patologiche, spesso notevolmente diverse tra di loro.
Esistono infatti numerose cause di ordine neurologico, psicologico, sociale, culturale, che possono, in varia combinazione tra loro, compromettere il processo di apprendimento.
I disturbi dell'appredimento possono essere legati a definite sindromi neurologiche o psicopatologiche, ovvero costituire un quadro clinico a sé stante (disturbi specifici dell'apprendimento).

Disturbi dell'apprendiemnto legati a sindromi neurologiche

Le sindromi nelle quali sono abitualmente presenti disturbi dell'apprendimento sono rappresentate da:
- kinesipatie encefaliche;
- epilessia;
- encefalopatie progressive.

Disturbi dell'apprendimento legati a sindromi psicopatologiche

- insufficienza mentale;
- nevrosi;
- psicosi;
- depressione.

Disturbi specifici dell'apprednimento (DSA)

Generalità

Nell'ambito dei disturbi dell'apprendimento sono state individuate alcune condizioni nelle quali risulta specificamente compromessa la capacità di apprendimento della lettura (dislessia), della scrittura (disortografia) e del calcolo (discalculia) in assenza di alterazioni psicopatologiche o sensoriali, di deficit cognitivi o di situazioni carenziali, che possano spiegarne l'origine.
Questi quadri vengono generalmente denominati "disturbi specifici dell'apprendimento" anche se altri autori preferiscono chiamarli "disabilità evolutive specifiche dell'apprendimento" in relazione alla loro tendenza alla graduale attenuazione.
Nonostante la tendenza migliorativa, esse rivestono notevole importanza - oltre che per l'ostacolo che frappongono nello specifico settore dell'apprendimento - anche per le possibili ripercussioni sulla strutturazione della personalità, a causa delle frustrazioni che ne possono derivare.

Eziopatogenesi

Circa l'eziopatogenesi il discorso è più che mai aperto. Le incertezze riguardano sopratutto la patogenesi in quanto gli studi effettuati in tal senso evidenziando, peraltro in maniera incostante, alterazioni relativamente elementari (quali dislateralità, disorganizzaizone temporo-spaziale), hanno permesso di accedere inmaniera molto limitata ai complesis meccanismi che sottendono l'apprendimento della scrittura, della lettura e del calcolo.

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Bibliografia:
Diagnosi dei disturbi dell'apprendimento scolastico - Vio, Tressoldi, Lo Presti;
www.lineeguidadsa.it;
Neuropsichiatria dell'Età Evolutiva - Giuseppe Giordano.

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